La tesi che Giacomo fratello-cugino del Signore era uno dei 12 Apostoli, è una tesi condivisa dagli studiosi cattolici?
Vediamo alcune opere di esegeti cattolici che hanno affrontato il problema con profonde conoscenze bibliche e sopratutto onestà e correttezza:
1) La Bibbia per la Famiglia, a cura di Gianfranco Ravasi, Edizioni San Paolo, Milano 1999, Volume II del NT pagina 291:
"La tradizione antica ha identificato l'apostolo Giacomo, figlio di Alfeo, con Giacomo "fratello del Signore" (nel senso di "parente", "cugino"), attribuendo a lui la paternità dello scritto; oggi si pensa che siano due persone diverse."
2) "La Bibbia di Gerusalemme" curata dai migliori esgeti cattolici francesi e con imprimatur, a pag.2324 nella sua nota a At 1,13 dice:
"non è affatto necessario identificare l'apostolo Giacomo, figlio di Alfeo, con Giacomo fratello del Signore (At 12,17; 15,13; ecc...)"
3) Nuovo Grande Commentario Biblico, a cura di R.E.Brown, J.A.Fitzmyer, R.E.Murphy, Editrice Queriniana, Brescia 1997 (Imprimatur Cattolico: Reverendo William J.Kane vicar general for the Archdiocese of Washington), pag.1191:
"Una tale persona (si parla dell'autore dell'epistola di Giacomo) è identificabile in Giacomo,"fratello del Signore" (Gal 1,19; cf.Mt 13,55; Mc 6,3) e responsabile della chiesa di Gerusalemme (At 12,17; 15,13; 1Cor 15,7; Gal 2,9.12) noto alla tradizione posteriore come "Giacomo il Giusto" (EUSEBIO, HE 2.23.4). Questa identificazione è stata tradizionalmente accettata nella chiesa, e in linea generale, anche dagli studiosi moderni. Sebbene la tradizione della chiesa occidentale abbia identificato Giacomo di Gerusalemme con l'apostolo Giacomo figlio di Alfeo (Mc 3,18; At 1,13), questa opinione è stata ora largamente abbandonata."
4) Lo stesso commentario citato al punto 3 a pag.1812 e 1813 ci dice:
"è quanto mai dubbio che Giacomo e Giuda o qualcuno dei "fratelli di Gesù" fossero membri dei Dodici. I "fratelli" non seguirono Gesù durante il suo ministero (Gv 7,5; Mc 3,21, dove presumibilmente "i suoi parenti" sono "la madre e i fratelli" di 3,31). Passi come At 1,13-14; 1Cor 15,5-7 distinguono tra i Dodici e i "fratelli", e questa distinzione è implicita in Mc 3,13-19 in confronto a 3,31."
5) Bibbia Emmaus, Nuovissima versione dai testi originali, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 1998. Imprimatur Mons.Carlo Meconi vic.gen. Frascati 29.6.1989
Pag.1962 Nota in calce ad Atti 12,2 (si parla di Giacomo di Zebedeo)
Giacomo è quello detto il Maggiore, diverso dal Minore e anche da Giacomo fratello del Signore di cui si parlerà in 12,17; 15,13.
Pag.1963 Nota in calce ad Atti 12,17
Il Giacomo di cui si parla qui è il parente del Signore, che dal 36 circa reggeva la chiesa di Gerusalemme. Era osservantissimo della legge ebraica e capo del gruppo degli "osservanti" di Gerusalemme. A lui è attribuita una delle sette lettere cattoliche (del Nuovo Testamento)
Pag.2065 Nota in calce a Galati 1,19.
Giacomo, il fratello, cioè parente si deve distinguere da Giacomo di Zebedeo detto il Maggiore, e da Giacomo di Alfeo, entrambi membri del collegio dei Dodici. Presiedeva con grande autorevolezza la comunità di Gerusalemme.
Pag.2138 Prefazione alla lettera di Giacomo.
L'autore di questa lettera si presenta come "Giacomo servo di Dio e del Signore Gesù Cristo", 1,1, ma è difficile dire chi veramente sia. Egli si identifica con Giacomo, "fratello del Signore", non l'apostolo, favorito da un'apparizione di Gesù risorto, 1Cor 15,7, a cui Pietro fece annunziare la propria liberazione dal carcere, At 12,17, stimato una delle colonne della chiesa, Gal 2,9
Pag.2157 Prefazione alla lettera di Giuda
L'autore si dichiara "fratello di Giacomo", che viene comunemente indicato come "fratello di Gesù", quindi né l'uno né l'altro dei Giuda apostoli, poiché in caso che lo fosse stato, non avrebbero mancato di indicarlo. Come parente di Gesù dovette godere grande stima nella chiesa primitiva
Questo conferma fortemente la nostra suddivisione, e dimostra l'inconsistenza della posizione "tradizionale" a riguardo.
Conclusione
Vediamo quindi che i discepoli-apostoli di Gesù erano un gruppo ben differenziato e separato dai fratelli di Gesù durante il suo ministero.
Pertanto l'Apostolo Giacomo il Minore che era uno dei Dodici e seguiva Gesù, non può essere la stessa persona di Giacomo fratello di Gesù che in quel periodo non credeva in Lui (Mr 3,21; Gv 7,1-5)
Vediamo ora dei passi dove la differenziazione tra queste due persone è implicitamente affermata.
Prima di tutto ecco l'elenco dei Dodici Apostoli:
Ne costituì dodici per tenerli con sé e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i dodici, cioè: Simone, al quale mise nome Pietro; Giacomo, figlio di Zebedeo (detto il Maggiore) e Giovanni, fratello di Giacomo, ai quali pose nome Boanerges, che vuol dire figli del tuono; Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo (detto il Minore), Taddeo, Simone il Cananeo (Mr 3,14-18)
Vediamo che ci sono due Apostoli chiamati Giacomo, con questo soprannome (il maggiore e il minore) per differenziarli l'uno dall'altro.
(Gesù) apparve a Cefa, poi ai Dodici (Tra di essi c'erano ovviamente Giacomo il maggiore e Giacomo il minore) Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. Poi apparve a Giacomo (il fratello di Gesù), poi a tutti gli apostoli, infine anche a mè stesso che non sono degno di essere chiamato apostolo... (1Cor 15,5-7)
I primi due Giacomo sono inclusi nei Dodici e subito dopo Paolo specifica la sua apparizione a Giacomo suo fratello.
Non avrebbe senso dire questo se Giacomo era giù incluso tra i Dodici precedentemente enunciati.
Alcuni per contrastare questo dicono che la stessa cosa dovrebbe valere per Cefa, ma si tratta del primo della lista, di una apparizione privata a lui prima degli altri di cui si parla anche in Luca 24,34 «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone».
E non avrebbe alcun senso una apparizione privata a Giacomo il Minore Apostolo se Egli era già credente e lo aveva già visto insieme agli altri apostoli.
E non avrebbe alcun senso una apparizione privata a Giacomo il Minore Apostolo se Egli era già credente e lo aveva già visto insieme agli altri apostoli.
Diventa invece totalmente coerente la spiegazione se vediamo questo Giacomo a cui Gesù è apparso come suo fratello (figlio di Giuseppe e Maria) che prima non credeva in lui:
I suoi parenti (Giacomo incluso) udito ciò, vennero per prenderlo, perché dicevano: «È fuori di sé». (Mr 3,21)
neppure i suoi fratelli (Giacomo incluso) credevano in lui (Gv 7,5)
...e che dopo l'Ascensione di Gesù troviamo a pregare insieme ai Dodici e a Maria e ai suoi fratelli, segno che l'apparizione di Gesù suo fratello risuscitato dai morti, lo portò alla conversione.
Quando furono entrati salirono nella sala di sopra dove di consueto si trattenevano Pietro e Giovanni, Giacomo (L'Apostolo Giacomo il maggiore) e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo (L'Apostolo Giacomo il minore) e Simone lo zelota, e Giuda di Giacomo. Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù e con i fratelli (Giacomo incluso) di lui. (At 1,14)
Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? (Mt 13,55)
Non vidi nessun altro degli apostoli, ma solo Giacomo il fratello del Signore (Gal 1,19)
Perciò Gesù disse ai dodici: «Non volete andarvene anche voi?» Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Gesù rispose loro: «Non ho io scelto voi dodici? Eppure, uno di voi è un diavolo!» Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota, perchéquesti, uno dei dodici, stava per tradirlo. Dopo queste cose, Gesù se ne andava per la Galilea, non volendo fare altrettanto in Giudea perché i Giudei cercavano di ucciderlo.Or la festa dei Giudei, detta delle Capanne, era vicina. Perciò i suoi fratelli gli dissero: «Parti di qua e va' in Giudea, affinché i tuoi discepoli vedano anch'essi le opere che tu fai. Poiché nessuno agisce in segreto, quando cerca di essere riconosciuto pubblicamente. Se tu fai queste cose, manifèstati al mondo». Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui (Gv 6,67-71; 7,1-5)
Prima di tutto bisogna rammentare che i capitoli e i versetti nella Bibbia non sono indicati nei testi originali, ma sono delle comodità per noi per trovare i testi con più facilità, pertanto gli episodi della fine del capitolo 6 e dell'inizio del capitolo 7 sono immediatamente consecutivi l'uno all'altro.
Com vediamo nel testo, tutti coloro che seguivano Gesà rimasero scandalizzati dal suo insegnamento sul mangiare la sua carne e bere il suo sangue e soltanto i Dodici Apostoli rimasero con Lui.
Immediatamente dopo entrano in scena i fratelli di Gesù che parlano dei suoi discepoli (ovvero quelli rimasti, i Dodici) come un gruppo ben distinto ed opposto da loro.
Questa è una ulteriore conferma che nessuno dei Dodici era fratello di Gesù, e che Giacomo il Minore Apostolo, non può essere Giacomo fratello di Gesù.
Inoltre il soprannome "il Minore" può siginificare "il più giovane" o "il più basso" intende un senso di paragone con altri, il che ci suggerisce che dovesse essere parte del gruppo dei Dodici in cui c'era un altro Apostolo di nome Giacomo, per da esso differenziarlo, infatti questo viene spesso chiamato dalla tradizione "Giacomo il maggiore".
Infine va anche detto che la Chiesa Ortodossa riconosce in Giacomo fratello di Gesù e in Giacomo il minore apostolo due persone differenti, tanto che li ricorda in due diverse giornate nel calendario.
Infatti per essa:
1) Giacomo fratello di Gesù è figlio di Giuseppe nato da un suo precedente matrimonio con una donna diversa da Maria,
2) Mentre l'apostolo Giacomo il minore è considerato figlio di Alfeo e quindi non di Giuseppe (Mt 10,3)
Alcune tradizioni cattoliche per provare che Giacomo e Giuseppe sono cugini di Gesù dicono che Giuseppe il padre putativo di Gesù aveva un fratello di nome Cleopa (Lc 24,18) il quale sposò una donna di nome Maria (Gv 19,25) dalla quale nascquero Giacomo e Giuseppe (Mt 27,56)
1) Questa tradizione prima di tutto dà per scontato che Giacomo e Giuseppe di Mt 13,55 e Mr 6,3 siano le stesse persone di Mt 27,56 e Mr 15,40 ma noi abbiamo visto che questa identificazione non è affatto necessaria, ma è anzi molto problematica, come abbondantemente spiegato negli interventi sopra.
2) Nessun versetto della Bibbia dice che Cleopa fosse fratello di Giuseppe, ma si tratta di tradizioni provenienti da cronache tardive di Egesippo in libri che sono stati perduti, citati a sua volta da Eusebio nella sua storia ecclesiastica, (Hist Heccl. 3,11,1) che in questi ambiti non è attendibile: "Nelle narrazioni di Egesippo si notano frequenti incongruenze: è un racconto leggendario con qualche nucleo di verità storica" (Storia ecclesiastica e i martiri della Palestina, Eusebio di Cesarea ; testo greco con trad. e note di Giuseppe Del Ton. - Roma etc. : Desclee & C.i, 1964. con imprimatur cattolico - XXXVIII, pagina 135) Pensiamo al fatto che secondo Egesippo citato da Eusebio in Hist.Heccl 2,23,6 a Giacomo fratello di Gesù era permesso entrare nel santuario del tempio in cui secondo la legge di Mosè poteva entrare solo il sommo sacerdote una volta l'anno! Cosa ancora più impensabile visto che Giacomo era uno dei capi (Gal 2,9) della Chiesa cristiana odiatissima dal clero giudaico nel I secolo!
3) Cleopa era in realtà uno dei due discepoli di Emmaus (Lc 24,18) e parla di Gesù in un modo che tutto fa pensare meno che egli fosse lo "zio di Dio" visto che suo fratello Giuseppe ne sarebbe stato il padre putativo!
Vediamo alcune antiche citazioni che confermano questa verità storica:
"Giacomo, fratello del Signore, succedette all'amministrazione della Chiesa insieme con gli apostoli..." (Eusebio di Cesarea, Storia Ecclesiastica 2, 23, 4)
Notare che Eusebio differenziava tra Giacomo e gli Apostoli, infatti Giacomo era Apostolo in senso secondario come Paolo e Barnaba ma non era uno dei 12.
"Della famiglia del Signore rimanevano ancora i nipoti di Giuda, detto fratello suo secondo la carne, i quali furono denunciati come appartenenti alla stirpe di Davide" (Eusebio di Cesarea, Storia Ecclesiastica 3, 20, 21)
"In quel tempo Giacomo, detto fratello del Signore, poiché anch'egli era chiamato figlio di Giuseppe" (Eusebio di Cesarea, Storia Ecclesiastica 2, 1, 2)
Come vedete questa concezione è ben fondata nella Bibbia e nella Storia.
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